Metti una sera d’inverno, quattro amici in una vecchia osteria fumosa nell’Oltretorrente, fuori le bici “appoggiate alla nebbia”.
Correva l’anno 1968 e anche nella Vecchia Parma, memore di storiche ribellioni e barricate contro la tirannide, fischiava il vento della contestazione e delle rivolte giovanili
che dalla Francia alla California si infilava pure negli angusti borghi che plasmano quella parte di città che sta “di là dall’acqua”.
Un mondo nuovo voleva nascere, più giusto ed aperto.
Anche lo sport, la passione per la bici erano trascinati da quel furore. Stemperato in un scodella di lambrusco, quest’impeto si fece regola.
Nacque così sotto l’egida protettrice del nome “Vecchia Parma” una società nuova di zecca, pronta a sfidare il mondo su due ruote. Inizia un percorso fatto di milioni, forse
miliardi di pedalate, dalla pianura all’Appennino fino alle vette leggendarie del ciclismo e delle grandi corse a tappe come il Giro d’Italia e il Tour de France.
Dalle corse amatoriali ai raid di lunga gittata.
La pedivella del tempo gira veloce e strada facendo raccoglie un numero crescente di appassionati che trovano nella società guidata da
Renzo Fava, il primo presidente, un gruppo solido e pieno di iniziativa.
Dopo trent’anni di intensa attività, la svolta. L’Oltretorrente rimane il fulcro della Vecchia Parma, i colori mattone con la banda gialloblu della maglia, gli stessi, ma nel 1998 si
cambia sede.
La modernità impone le sue scelte e il vivace Circolo dedicato a Luciano Filippelli, sindacalista artefice di grandi lotte sociali, ucciso dalla polizia 68 anni fa, è il luogo
ideale per fare proseguire e sviluppare il progetto di un gruppo sportivo che ha sempre fatto della solidarietà e del sostegno ai più deboli la propria bandiera.
Ovviamente c’è un tributo da pagare: nasce la Filippelli-Vecchia Parma.
Il cambio di appellativo dà nuova linfa ai soci. Entrano ragazzi giovani vogliosi di fare e di pedalare, che trovano in Claudio Folli un presidente aperto e volitivo, ma
soprattutto un padre. Le manifestazioni organizzate e partecipate crescono in modo esponenziale e trovano nella splendida Gran Fondo (oggi Randonnée) delle Valli Parmensi il
loro vertice quantitativo e qualitativo.
Con l’ausilio delle tecnologie e dei social media il raggio d’azione si estende e si sperimentano sempre nuove esperienze, dalla mountain bike al gravel, mantenendo sempre una solida
anima legata alle escursioni ciclistiche verso mete inedite e di grande fascino, dalle Dolomiti al Mont Ventoux, dalla croce sul Navert all’infinito.
Lunga vita alla Filippelli e alla Vecchia Parma!!